[…] Cominciamo da questo piccolo e sgusciante personaggio che ha una sala personale, all’Esposizione, ma che a Reggio ha una sala dovunque gli piaccia di andare perché già conosce tutti ed è da tutti conosciuti, e bene accolto. Se Berto Barbarani, che non ha figli, perché non ha moglie, lo ha idealmente adottato come una di quelle sue speculazioni turistiche del veronese, che poi trasfonde nei suoi canti e nei suoi scritti, dalla “vilote” alle nevi del Baldo, ha delle buoni ragioni, perché è un puro figlio dell’ispirazione, ancora molto ingenuo, anzi perché ingenuo tanto più autentico […] Chi non ha osservato come la sua arte passi dalla finezza quasi a cesello o a miniatura del quadro I cugini, brutti a primo vedersi, così belli insistendo nell’esame, finezza e preziosità sparse a larghe mani in un grande quadro […] La grandezza nel piccolo, il particolare minuto nel grande, e nell’antitesi, e nelle proporzioni, sempre lo stesso valore di una grande attenzione alla verità della natura, ma alla più bella, più tipica, più consistente e poetica verità […]

Armando Lovato

(da “L’Era Nuova” di Reggio Emilia, 6 gennaio 1920)